Il Friuli Venezia Giulia è una regione rinomata, dal punto di vista vitivinicolo, per un’impronta fortemente minerale e sapida dei propri vini. Potremmo parlare delle sensazioni organolettiche provate durante la degustazione delle aziende incontrate nel nostro percorso, ma vi sono sommelier e critici che hanno scritto, e scriveranno, meglio di noi a riguardo.

Essendo noi produttori, la nostra prospettiva è diversa.

La nostra interpretazione della mineralità trovata nei bicchieri d’assaggio è fortemente legata alla figura del Vigneron Friulano incontrato: fiero, radicato, protettore di un territorio lontano dalle speculazioni vitivinicole di paesaggi ben più trasformati, ad es. Valdobbiadene e Barolo.

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MILIC E VIGNAI DA DULINE A CONFRONTO

L’Azienda Milic è una fattoria che punta all’autarchia, collocata nella provincia di Trieste (Sgonico), a 350m d’altezza e a una distanza dal mare di soli 10km. L’origine è quasi secolare, le prime attività agricole sono datate 1931 e oggi, il suo portavalori per Yeasteria è Lucija Milic.

Lucija Milic

Essere dotati e curare un sistema di indipendenza alimentare rappresenta motivo di allarmismo da parte di un sistema che tende a controllare domanda e offerta. Per fortuna, questa giovane donna di 27 anni, dalla naturalezza folgorante, difende a denti stretti la produttività rurale e famigliare della propria azienda. Allevano suini e vacche, portano in tavola dell’agriturismo i propri ortaggi e fiori e, per la Signora Sete fattore determinante, spinano il vino direttamente dai tini di acciaio della cantina retrostante, la cui parte più mistica sono le grotte naturali dove riposano le macerazioni.

Quella da noi visitata, ci accoglie in un ingresso appositamente basso perché “bisogna inchinarsi di fronte al vino”. Superato questo, una cupola di pietra non molto alta, un buio di muffe e umidità ed infine, le barrique di rovere come un altare.

Fondamentale per i Milic è la sacralità delle radici, per loro interpretate nel rispetto e nell’eredità della tradizione.

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Anche per Lorenzo di Vignai da Duline centrale è la questione “radici”, ma nel suo caso in un senso schiettamente letterale.

Con la moglie Federica, nel 1997, prendono le redini della vigna appartenuta al nonno, La Dulina appunto, e successivamente si occuperanno di quella di Ronco Pitotti, entrambe situate nella zona dei Colli Orientali del Friuli. Rifiutando ogni sorta di dogma, elaborano una maniera del tutto propria di lavorare la terra e la vite, esplicitati nei loro por più rappresentativi: la Chioma Integrale e la Mucca Verde.

In vigna ricercano la salubrità della struttura ipogea ed epigea della pianta. Il loro è un esserevignaiolo planetario” in cui la parte è interconnessa con il tutto, in modo tale da considerare l’ape l’antibotritico per eccellenza, i parassiti necessari per i predatori, il letame il miglior fertilizzante e l’agricoltura un catalizzatore naturale per la socialità e il senso di comunità, dai Vignai particolarmente rinforzato in questi anni.

In cantina il protagonista è il legno, perché solo attraverso una controllata ossigenazione le loro viti settantenni possono esprimersi. Rari travasi ed espressione totale dei lieviti autoctoni, deposito naturale di proteine e tartrati per vini di cui colpisce l’eleganza, cavillo mai venuto meno ai propositi di sostenibilità ambientale di Lorenzo e Federica.

Vignai da Duline
Vignai da Duline, Chioma Integrale

La nostra esperienza in Friuli ci vede ancor più convinti che il terroir determina sicuramente un vino, ma non esiste terroir senza uomo. La prospettiva ambientale non può essere slegata dall’ apporto umano che la reiventa. Non solo suoli di pietra, ma vini calcari perché figli di contadini saldi come la roccia.

In conclusione, un saluto speciale dalla regia di Yeasteria ai matti che hanno dato l’avvio a questo percorso friulano.

Marta e Gianmarco, sono sguardi come i vostri che ogni produttore si augura di trovarsi di fronte.